Rispecchiamento e Ricalco Copy

Comunicare significa entrare in relazione con l’ambiente che ci circonda, scambiare informazioni e trasmettere alle altre persone esattamente il messaggio che vogliamo, senza fraintendimenti o interpretazioni.

Nella pratica, raggiungere questo obiettivo non è assolutamente semplice. Questo perchè gli elementi che concorrono alla trasmissione di un pensiero sono moltissimi, e diversi di questi sono anche difficilmente controllabili: le parole, il loro significato, la loro sequenza; il tono della voce, il volume, la cadenza; il campo infinito del paraverbale; e cosí via.

Riuscire a prestare attenzione a tutte queste cose non è immediato. Occorre studio, pazienza e pratica.

Come abbiamo già detto, infatti, vi invitiamo a considerare questo corso come un’infarinatura a una materia ampia e complessa che necessita di approfondimenti proposti da professionisti di alto livello. Ciò non di meno, riteniamo che la parte che padroneggiamo della PNL, unita alla profonda conoscenza di uno specifico settore marittimo, possano essere di aiuto nell’apertura alla considerazione di questi aspetti, spesso sottovalutati.

Ritorniamo sul ponte di comando e cominciamo il confronto con il comandante.

Partiamo dalle definizioni delle parole che compongono la PNL:

  • Programmazione: ogni uomo ha dei programmi mentali costruiti negli anni dalle proprie esperienze; questi programmi sono modificabili.
  • Neuro: questi programmi mentali sono vere e proprie configurazioni neurali.
  • Linguistica: il linguaggio fa parte del nostro sistema di comunicazione verso l’esterno e il suo utilizzo sapiente ci permette di raggiungere in modo più efficace i nostri obiettivi.

Lo studio dell’ambiente e della persona ci aiuta a capire i punti cardine della sua struttura mentale, quelli che nella PNL vengono chiamati Meta-Programmi.

Anticipando un passaggio di una lezione successiva, citiamo l’esempio delle persone “via da” e delle persone “verso”. Nel primo caso, la propensione è quella di dare la priorità all’aspetto “fuggire da un pericolo”, nel secondo caso, la leva efficace è quella della direzione verso una cosa che abbia un senso.

Quella del Rispecchiamento è una tecnica sicuramente efficace, ma che potrebbe suonare per alcuni come falsa e manipolatrice. Quello che potrebbe creare in alcuni una sorta di prevenzione, riguarda l’aspetto etico, dove la nota stonata risiede nel fatto che agiamo senza la consapevolezza dell’altra persona.

In realtà, lo scopo del suo utilizzo risiede nella volontà di farsi accettare dall’altro facendosi vedere simile a lui. È un modo per abbattere delle barriere accrescendo l’empatia.

Non vuol dire manipolare le persone portandole a fare cose che altrimenti non farebbero; significa, piuttosto, abbassare il sistema di diffidenza naturale dell’altro per portarlo a considerare le cose con una più ampia apertura mentale, non frenata cioè da preconcetti caratteriali. E questo principio vale anche per colui che applica la PNL: entrare in sintonia con una persona ci porta a considerare il suo punto di vista, evitando di arroccarci in una posizione di principio.

Dobbiamo pensare che tendiamo naturalmente a cercare persone simili a noi, con cui condividere pensieri, abitudini e modi di fare. Quando le persone si riconoscono negli altri sono più ben disposte, si capiscono, “parlano la stessa lingua”.

Dal punto di vista pratico, per rispecchiarci in qualcuno, dobbiamo iniziare con l’adattarci a lui: adeguare il volume della voce al suo, imitare le sue posizioni e le sue gestualità utilizzando, ovviamente, un certo ritardo per evitare di finire nello “scimmiottamento” ed essere scoperti.

Dal punto di vista dialettico, dobbiamo fare attenzione al tipo di linguaggio che la persona con cui ci si confronta predilige, per individuarne il senso dominante. Ci sono individui con una propensione al linguaggio visivo che utilizzeranno frasi del tipo “È tutto chiaro”, “Mettere a fuoco”, “Mostrare il quadro della situazione”, ecc.; altre che tendono all’auditivo: “Mi suona strano”, “Avere voce in capitolo”, ecc.; altre ancora che  tendono maggiormente al cinestesico: “Ho afferrato il concetto”, “Toccare con mano”, ecc.

L’elenco potrebbe essere infinito, ma l’importante è capire come funziona in linea generale. Adesso, per migliorare la capacità di comprendere le preferenze della persona che abbiamo di fronte, dobbiamo allenarci a riconoscere il genere di parole che utilizza e, allo stesso tempo, fare caso alla gestualità.

Ma a cosa serve sapere il senso dominante dell’uomo al comando della nave che abbiamo di fronte?

Riuscire a capire quale senso predilige la persona con cui ci stiamo confrontando dà la possibilità di utilizzare un linguaggio consono al suo modo di essere.

Se nei discorsi utilizziamo parole in linea con il suo sistema sensoriale dominante, l’altra persona ci vede come uno che “parla la sua stessa lingua” e recepisce i nostri messaggi come “familiari”. In poche parole è il primo passo per instaurare un “buon rapporto”; per creare la giusta sintonia, utilizzando un linguaggio che ci fa riconoscere come simile a lui.

Dopo aver rispecchiato l’altra persona per un certo tempo, noteremo che sarà lui a seguire la nostra postura. Questo significherà che avremo stabilito una buona sintonia.

Quando si crea questa particolare intesa, si è portati inconsciamente a rispondere più positivamente alle proposte dell’altro. Io capisco te, tu capisci me, il confronto sarà sicuramente costruttivo.

Il Ricalco, serve invece per entrare in sintonia con lo stato d’animo del nostro interlocutore. Per fare un esempio: se la persona seduta di fronte ha i muscoli del volto contratti, è proteso in avanti e agita nervosamente la mano, è difficile entrare in sintonia con il suo stato interiore stando comodamente sprofondati in una poltrona.

Ecco che ricalcare la postura di chi hai di fronte aiuta a capire meglio il suo stato d’animo.