Un Buon Rapporto con il Comandante Copy

L’inserimento della figura del pilota a bordo di una nave è un momento delicato. Entrare a far parte di un gruppo di lavoro organizzato, con una gerarchia ben precisa e che, la maggior parte delle volte, non ti conosce affatto, presenta elementi di criticità oggettivi indiscutibili. Per questo motivo è fondamentale prestare la giusta attenzione alla fase di costruzione di un rapporto disteso e di fiducia.

Come abbiamo accennato nel capitolo introduttivo, ogni persona reagisce alle circostanze interpretandole dal suo punto di vista. Nel caso del comandante e del pilota, per esempio, abbiamo due modi di vedere la situazione “manovra” che spesso coincidono, ma che possono anche essere molto differenti l’uno dall’altro.

  • Il pilota ha una preparazione profonda e specifica dell’operazione che si appresta a svolgere; conosce bene l’ambiente in cui opera; ha un’esperienza focalizzata sul problema che deve risolvere e che lo porta a considerare il livello di rischio secondo una scala di valori che è differente da quella del comandante; non ha interessi commerciali e cerca la manovra più sicura possibile senza considerarne il costo.
  • Il comandante non conosce l’abilità del pilota; non ha familiarità con il porto; ha una praticità di manovra parziale; disconosce molte delle variabili in campo peculiari alla situazione specifica; per contro, sa tutto della sua nave e del suo equipaggio, criticità e punti di forza ed è il leader della spedizione; essendo il rappresentante dell’armatore, cerca la manovra più sicura al costo minore possibile.

Risulta evidente come la stessa situazione possa venire interpretata e vissuta in maniera diversa in base agli elementi disponibili a ciascun soggetto.

Mettersi nei panni dell’altro. Capire quali sono i nodi da sciogliere. Creare empatia.

In che modo la PNL può esserci d’aiuto in queste circostanze?

Prima di addentrarci nel vivo della materia, occorre puntualizzare una cosa: la Programmazione Neuro Linguistica, non ha lo scopo di manipolare la mente del prossimo portandola ad agire secondo il nostro volere; in realtà, l’approfondimento della conoscenza di un sistema di valutazione del punto di vista altrui e l’utilizzo sapiente di alcune tecniche, ci aiuta semplicemente a comunicare meglio, a eliminare eventuali incomprensioni e ad allineare pensieri e obiettivi in maniera produttiva ed efficace.

Buona parte del mestiere del pilota viene svolto elaborando informazioni e reagendo a situazioni in maniera automatica. Sono infatti numerosi gli elementi valutativi che il pilota ha già selezionato prima di cominciare il rapporto concreto con il comandante:

  • La qualità dell’atterraggio e del ridosso offerto dalla nave;
  • il suo pescaggio e il suo assetto;
  • l’integrità dello scafo e se è fresco di carena;
  • la qualità della biscaglina e l’attenzione alla sicurezza;
  • il tipo di equipaggio;
  • la manutenzione generale;
  • e cosí via.

Una volta raggiunto il ponte di comando, altre importanti informazioni vanno a riempire la scheda valutativa automatica del pilota:

  • Età della nave;
  • potenza della macchina;
  • caratteristiche di manovra;
  • eventuali deficienze;
  • etc.

Non poco per farsi un’idea generale. Ed è sulla base di queste fondamenta che comincia l’importante fase di costruzione dell’empatia.

L’età del comandante, il suo modo di rapportarsi con l’equipaggio e le informazioni che fornisce sono ottimi spunti per definirne il profilo, ma la cosa a cui dobbiamo prestare più attenzione è alle domande che ci verranno poste. Saranno infatti queste a farci capire il suo livello di apprensione, la profondità della sua conoscenza e, in definitiva, la sua affidabilità.

Una volta dipinto l’intero quadro, sapremo quale tipo di approccio sarà più efficace per instaurare un buon rapporto di fiducia e collaborazione.