Quanti rimorchiatori usare Copy

Uno dei dubbi più frequenti tra i giovani piloti, è riferito proprio al numero di rimorchiatori da utilizzare per una determinata manovra. Il tempo e l’esperienza aiutano a prendere coscienza e sicurezza nella decisione ma, nel frattempo, alcune considerazioni possono essere d’aiuto.

 

 

Oggi la tendenza è quella di dotare le flotte di rimorchiatori, operanti nei porti, di mezzi piccoli con grandi potenze. È facile, infatti, trovare mezzi lunghi 25/30 metri con 70 e più tonnellate di Bollard Pull. È anche vero, d’altra parte, che non sempre tanta potenza è la risposta migliore a tutte le situazioni.

A volte, e non spesso, rimorchiatori potenti permettono un risparmio sul numero di quanti ne vengono impiegati in una manovra. Per esempio, nel caso di vento al traverso, considerando una nave di grandi dimensioni che deve affiancare in banchina, la potenza e/o il numero fanno la differenza; mentre una nave tradizionale di medie dimensioni tenderà, salvo casi particolari, a prendere un rimorchiatore a prua e uno a poppa indipendentemente dalla potenza.

Di seguito un elenco puramente esemplificativo delle situazioni in cui è preferibile  avere un rimorchiatore potente:

  • Nave di grandi dimensioni e/o di pescaggio. Sia che sia scarica, e quindi più esposta al vento, sia che sia carica, e quindi pesante da gestire, un buon Bollard Pull può fare senz’altro la differenza. Lo abbiamo visto nell’esempio precedente e lo possiamo facilmente confermare nella manovra delle petroliere di pescaggio: un buon tiro vuol dire efficacia nell’arresto, nell’evoluzione e potenza di spinta. Se poi consideriamo la compattezza e la manovrabilità dei rimorchiatori di ultima generazione, ci possiamo rendere facilmente conto di come si è semplificata la vita di chi opera nel carosello della manovra.
  • Escort tug. Come abbiamo già visto, l’Escort tug viene utilizzato principalmente per arrestare la nave e come Indirect Steering, ovvero fungendo da timone, principalmente per le petroliere e per le navi di grosse dimensioni, spesso nei canali e nelle canalette. Appare piuttosto ovvio che a questi rimorchiatori, oltre a una serie di altre caratteristiche, è richiesta parecchia potenza.
  • Pochi rimorchiatori disponibili. Più i rimorchiatori presenti in un porto sono potenti, meno rimorchiatori ci sono. La realtà è che gli armatori dei rimorchiatori, tra le tante giuste valutazioni, hanno sicuramente considerato il più alto investimento iniziale come favorevole, dal punto di vista amministrativo, bilanciato da meno personale e da un numero inferiore di mezzi da gestire. In queste condizioni, non potendo contare sulla somma di più rimorchiatori, la potenza di quelli disponibili diventa un fattore spesso essenziale.

Vediamo ora quando, al contrario, un rimorchiatore più “tranquillo” è preferibile:

  • Navi piccole e magari anche scariche. Succede di dover utilizzare un rimorchiatore in queste condizioni e farlo con un mezzo di ultima generazione può essere veramente complicato. In questi casi è comune dire al comandante del rimorchiatore “usa solo il peso del cavo”, frase che fa capire quanta sensibilità sia necessaria al fine di gestire la sproporzione di forza disponibile.
  • Migliore distribuzione delle forze. A volte è preferibile avere 3 o 4 rimorchiatori di  media potenza piuttosto che 2 molto potenti. Mettiamo il caso di dover portare una nave all’ormeggio dovendo effettuare una gimcana tra diversi ostacoli – navi ormeggiate, strettoie, curve da affrontare, ecc. – un solo rimorchiatore voltato a prua o a poppa significa ritardo nel passare da una parte all’altra per correggere  la direzione della nave mentre, nel caso di due rimorchiatori, anche se di minor potenza l’azione sarebbe immediata.
  • Cavo nave. Ormai quasi ovunque viene utilizzato il cavo del rimorchiatore. Questo per i tanti motivi pratici che abbiamo già elencato. Tuttavia, a volte, capita di optare per l’utilizzo del cavo nave. Questo succede, per esempio, quando si porta una nave in bacino o quando a bordo di una nave in disarmo non vi è personale per mollare il cavo del rimorchiatore incappellato. In questi casi, a seconda delle condizioni, si può decidere di dare due cavi nave al rimorchiatore di poppa, uno da dritta e uno da sinistra. Questa configurazione permette al rimorchiatore, con spostamenti minimi, di essere molto efficace nelle piccole correzioni necessarie per l’allineamento all’entrata del bacino. Quando un rimorchiatore potente usa il cavo della nave, la cautela volta ad arginare il rischio di rottura condiziona tutta l’operazione.
  • Yachts, velieri, navi piccole/leggere, chiatte con pochissimo pescaggio, ecc. sono tutti esempi dove meno potenza e più agilità sono preferibili, oppure quando si manovra in zone caratterizzate da pescaggi limitati dove un piccolo rimorchiatore può arrivare agevolmente. 

In merito al numero di rimorchiatori da utilizzare in una determinata situazione, è necessario considerare alcune cose:

  • Il numero di rimorchiatori disponibili.
  • La potenza dei rimorchiatori.
  • La grandezza della nave da manovrare.
  • La sua manovrabilità e le sue caratteristiche.
  • La complessità della manovra.
  • Le condizioni meteomarine.

In linea di massima, la maggior parte dei porti ha disposizione rimorchiatori con potenze che vanno dai 1000 ai 4500 kW.

Come già accennato nell’apposito capitolo, se non abbiamo già a disposizione il valore di BP del rimorchiatore, per calcolarcelo partendo dai kW occorre tenere presente la costante legata al tipo di propulsore di cui sono equipaggiati, facciamo qualche esempio:

k:

Elica tradizionale….1,3

Voith Schneider……1,00

Usando la formula, avremo che il Bollard Pull di un rimorchiatore equivale a:

 

Per un rimorchiatore da 4500 kW Voith Schneider:

Per un rimorchiatore tradizionale da 1000 kW:

Il Bollard Pull così calcolato indica il massimo tiro teorico che può produrre un rimorchiatore alla massima potenza con velocità zero. Questo significa che, in realtà, oltre a considerare un calo di potenza del 25% dovuta alle condizioni ambientali non da test, il rimorchiatore avrà una velocità propria, che ridurrà ulteriormente la potenza effettivamente erogata e, infine, la potenza massima della macchina durante il rimorchio o la spinta, non potrà essere fornita al 100% per lunghi periodi senza che subentrino problemi termici del motore principale (e non stiamo considerando le calde giornate estive in cui la temperatura dell’acqua diventa anch’essa un problema), per cui è logico pensare che il “a tutta forza” che si chiede in particolari circostanze, sia possibile solo per brevi periodi di tempo.

Arrivati a questo punto dobbiamo dire che esistono diverse possibilità di calcolo della potenza totale di rimorchio necessaria allo svolgimento in sicurezza della manovra, in determinate condizioni. Una delle formule più semplici, ma allo stesso tempo complete, limitatamente alle nostre esigenze, è la seguente:

Forza del vento in tonnellate di spinta = (superficie velica x vento in ms al quadrato) / (1000 x 18)

Forza del vento (Ton) = Velocità del vento al quadrato in metri al secondo diviso 18 per la superficie velica esposta in metri quadrati. Diviso 1000 per passare da chilogrammi peso a tonnellate di spinta. 

Consideriamo, ad esempio, una portacontenitori lunga 366 metri, con un bordo libero di 11 metri, caricata con cinque file di contenitori per tutta la sua lunghezza. Che forza avrà il vento, in tonnellate, soffiando al suo traverso con 25 nodi?

25 nodi corrispondono (più o meno) a 12,5 m/s

La superficie di ogni container è: 2,4 m x 5 =  12 m2

Quindi, la superficie velica totale è:

(11 h bordo libero +12 h file contenitori) x 366 = 8418 mq                         

Forza del v. a 25 nodi = (12,5×12,5)x(8418):18 = 73 Ton. circa

Se per la manovra si hanno a disposizione rimorchiatori di ultima generazione con un BP da 70 ton., in queste condizioni è consigliabile utilizzarne almeno tre. Questo perché dobbiamo considerare sempre il 25% di forza in meno sul BP dichiarato del rimorchiatore (come spiegato in precedenza) e una percentuale di potenza in più che ci permetta di gestire la forza del vento.

Con questa formula abbiamo voluto dare un’indicazione del calcolo dei rimorchiatori necessari a contrastare una situazione di vento, argomento specifico che affronteremo in un prossimo video dedicato alle condimeteo legate alla manovra.

Nelle aree protette di un porto possiamo tralasciare le forze esercitate dalle onde o dalla corrente tuttavia, se queste fossero presenti, andrebbero ovviamente valutate. Non necessariamente tutte queste forze sono contrarie, ma possono in tutto o in parte agevolarci nella manovra andandosi a sommare all’azione dei rimorchiatori

Se invece volessimo calcolare il Bollard Pull necessario a spostare una nave senza macchine da un punto all’altro del porto, fornendo garanzia di poter raggiungere i 5 nodi in condizioni meteo 5 Beaufort, possiamo sviluppare una formula che approssimativamente ci fornisce un’indicazione di partenza sulla quale ragionare:

Entriamo nel pratico con qualche indicazione di massima.

Per cominciare, si può dire che il numero di rimorchiatori necessari allo svolgimento di una manovra dipende da diversi fattori:

  • La nave: tipo; grandezza; scarica o carica; manovrabilità. L’elenco parla da sé: è ovvio che una nave lunga 200 metri verrà valutata in modo differente a seconda del pescaggio, o se è una bielica con thrusters piuttosto che una tradizionale monoelica.
  • Orografia: spazi a disposizione; evoluzioni particolari; tipo di fondale; tipo di porto (petrolifero, contenitori, passeggeri, ecc.). Un’area di manovra circondata da cemento, rispetto a una circondata da bassifondi sabbiosi, non è considerata alla stessa maniera, come pure un porto petrolifero e uno che tratta carico alla rinfusa, oppure ancora, un’area completamente sgombra a confronto con una congestionata da navi in andana e/o navi ormeggiate in banchina.
  • Condimeteo. Vento forte ad allargare oppure a schiacciare in banchina; forte risacca; corrente; condizioni ottimali; sono tutte situazioni che stravolgono la strategia della manovra e quindi la scelta dei rimorchiatori.
  • Numero e tipo di rimorchiatori disponibili. Potenti, meno potenti, grandi, piccoli, diverse propulsioni. Il tutto legato alla manovra che si deve svolgere.
  • Esperienza del pilota e dei comandanti dei rimorchiatori. È inutile far finta di niente: i rimorchiatori, quando ben utilizzati, sono la carta in più per un incremento della sicurezza. Quello del pilota, e quello dei comandanti dei rimorchiatori, sono lavori che migliorano con l’esperienza. Va da sé che – a volte – l’utilizzo di un rimorchiatore in più aiuta a coprire il gap dovuto alla mancanza di confidenza per certe manovre.

In definitiva, non esistono regole matematiche per la determinazione del numero di rimorchiatori necessari allo svolgimento di una manovra. Nella pratica, il più delle volte, ci si trova a manovrare navi che hanno già scalato il porto in cui si lavora e, pertanto, si ha già uno storico su cui basarsi per le valutazioni. Per le navi di primo scalo, oltre alle considerazioni generali, è di grande aiuto ascoltare le informazioni del comandante della nave e studiare bene le caratteristiche di manovrabilità (potenza degli eventuali thrusters, minimo avanti, potenza indietro, tipo di propulsori e timoni, ecc.).

Spesso è consigliabile optare per un rimorchiatore in più piuttosto che uno in meno; dopo che il comandante e il pilota avranno preso dimestichezza rispettivamente con il porto e con la nave, per le entrate successive potranno affinare il tiro e ridurre, se sarà il caso, il numero.

Un famoso detto Inglese recita: “A termine di una manovra, meglio discutere sul fatto di avere preso un rimorchiatore di troppo, che discutere del contrario”.