L’importanza di Saper Ascoltare Copy

Saper ascoltare non è una cosa scontata; anzi, saper ascoltare in maniera attiva, propositiva e produttiva è tutt’altro che semplice.

Sentire e ascoltare non sono la stessa cosa; infatti l’ascolto attivo è caratterizzato dalla volontà di ascoltare usando l’attenzione, la sensibilità e l’intelligenza di cui siamo dotati.

Ascoltare attivamente consente, come abbiamo già accennato, di metterci nei panni dell’altro; di riconoscere e accettare il suo punto di vista e le sue emozioni, lasciando da parte il giudizio.

All’ascolto dovremo aggiungere le informazioni che sapremo ricevere anche attraverso la vista, raccogliendo tutti i segnali di congruenza o incongruenza che verranno trasmessi. Buona parte della comunicazione viene espressa dal linguaggio del corpo che conferma o contraddice le parole.

Spesso, quando due persone si confrontano, la situazione di partenza vede pensieri, opinioni e centri di interesse nettamente separati da radici di presunta conoscenza che affondano profondamente nelle certezze di ognuno di noi.

Ovviamente esistono le eccezioni e, a seconda delle situazioni, l’interesse e l’ascolto verso chi parla può essere sincero e totale.

È molto importante esercitare un ascolto di qualità che diventi un processo attivo abitudinario.

  • Stai davvero attento a quello che dice chi ti parla?

In un confronto è perfettamente naturale concentrarsi maggiormente su quello che si ha in mente, non fosse altro che per cercare di far capire il nostro punto di vista. Questo succede, a maggior ragione, quando l’oggetto della discussione vede i partecipanti su posizioni distanti. Non è semplice, infatti, tornare sui propri passi e ammettere di essere in torto dopo che ci si è sbilanciati verso una posizione.

  • Sei interessato a quello che ti sta dicendo?

Affrontare un argomento con un’altra persona, è un po’ come dipingere un quadro in due. La parte che ci spetta disegnare la conosciamo già; abbiamo le nostre convinzioni e padroneggiamo il filo del nostro ragionamento. Quella che ci manca è la parte racchiusa nel processo mentale dell’interlocutore; un punto di vista che potrebbe allargare la visione, aggiungendo elementi nuovi a situazioni che non avevamo valutato. Il confronto è sempre una somma, mai una sottrazione. Ascoltare con interesse il ragionamento alla base delle convinzioni di un’altra persona ci mette in condizione di valutare la nostra posizione da un punto di vista diverso.

  • Riesci a percepire le sfumature emozionali del tono e della voce?

Il tono della voce sottolinea le parti importanti del concetto, amplifica o diminuisce l’incisività delle parole, può far capire qual’è la barriera più alta tra i due soggetti.

  • Stai attento al linguaggio del corpo?

Lo sguardo sfuggente, il corpo proteso in avanti, le dita in movimento, la postura, l’arrossamento del volto, i movimenti delle spalle, sono soltanto alcuni dei segnali involontari che il nostro corpo emette durante un’interazione. La coerenza o l’incoerenza tra quello che viene detto e ciò che trasmette il corpo ci può chiarire il senso del messaggio trasmesso. Questo, come altri argomenti citati, merita uno studio di approfondimento che ci permetta di arricchire la nostra capacità comunicativa con uno strumento veramente efficace.

  • Ti sforzi di capire cosa prova la persona che ti sta parlando?

Rabbia, sofferenza, dolore, gioia, gratitudine, indifferenza, ecc. Lo stato d’animo influenza le parole, smorza o accentua l’effetto, nasconde cose importanti ed esalta pensieri irrilevanti e, soprattutto, richiede l’azione di un filtro che permetta di arrivare al vero messaggio. Dedicare parte del tempo a capire l’emozione che prova chi sta parlando, permette di entrare in sintonia, di usare un modo di comunicare che aiuti ad abbassare le sensazioni negative per arrivare a una lunghezza d’onda comune che permetta un dialogo più costruttivo.

  • Fai le domande giuste al momento giusto?

Fare domande finalizzate all’ascolto, incoraggia l’interlocutore a esprimersi. Permette quindi di approfondire la conoscenza, di chiarire i dubbi, di completare il quadro disegnando i dettagli. Anche il silenzio può essere efficace quanto una domanda. L’essere umano tende a colmare i vuoti, e un silenzio prolungato può portare l’altra persona ad aggiungere informazioni, a completare l’argomento aggiungendo dei particolari. Spesso anche la semplice domanda “E quindi?” è sufficiente a raggiungere lo scopo. Le domande, inoltre, sono sinonimo di interesse e di coinvolgimento.

Imparare ad ascoltare in maniera attiva aiuta ad allargare la mente, a mettersi in discussione, a combattere la distrazione e a migliorare la qualità delle interazioni.